G. Polizzi

Galileo in Leopardi

Collana: Biblioteca La Fenice, 5
2007, 224 pp.
Temi: Filosofia
ISBN: 9788860870827

Edizione cartacea

  • Brossura € 22,00  € 20,90

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Sinossi

Leopardi scopre Galileo negli studi scientifici giovanili e lo tiene in grande considerazione nella Storia della Astronomia (1813). L’apprezzamento dell’opera di Galilei è un filo conduttore dalla sua maturazione filosofica e letteraria: Leopardi ne riconosce l’«efficacia e scolpitezza evidente» (1818), lo definisce «forse il più gran fisico e matematico del mondo» (1821), lo esalta per «magnanimità e di pensare e di scrivere» (1827) e ancor più come «il primo riformatore della filosofia e dello spirito umano» (1828). L’opera di Ga­lilei risuona in alcuni snodi teorici del pensiero di Leopardi: il problema del metodo della conoscenza, il rapporto tra caso e progresso nella scienza, la concezione “stratonica” del cosmo, la relazione tra conoscenza e felicità, ragione e sentimento. Tuttavia tale centralità non traspare nelle opere pubblicate, a eccezione dei diciassette brani della Crestomazia della Prosa (1827), sedici dei quali nella sezione della Filosofia speculativa, dove si ritrova la più alta sintonia con il pensiero e la figura di Gali­lei, riflessa nel ritratto che Leopardi avrebbe voluto dare di sé ai posteri.Il libro individua la presenza di Galilei nelle letture leopardiane, negli scritti giova­nili e nelle opere edite e inedite, con un’attenzione particolare allo Zibaldone e alla Crestomazia della Prosa, ritrova un progressivo incremento di interesse, saggia un confronto decisivo, riconosce in Galilei un modello di stile e di pensiero, ma scopre anche perchè Leopardi ha difficoltà nell’affrontare la que­stione del processo allo scienziato pisano e nel rendergli pubblicamente quel posto centrale nella cultura italiana che privatamente riconosce. Emerge la sua scarsa propensione alla matematica, la sua ritrosia a seguire gli ideali liberali, ma anche un conflitto a distanza con il padre sulla legittimità del sistema ga­lileiano, e in fondo sull’accettazione o meno della centralità della fede cristiana rispetto alle verità dei filosofi.Due le appendici. La prima segue lo “sguardo sul cosmo” di Calvino, tra Leopardi e Galileo; la seconda ripropone quel «librettino molto importante» di «pensieri filosofici e belli» di Galilei che Leopardi aveva trascelto perla Crestomazia , in quella che fu la prima antologia di prose galileiane.

Autore

Gaspare Polizzi insegna Storia della Scienza all’Università di Firenze. È studioso di storia del pensiero filosofico e scientifico, con particolare riferimento alla filosofia e all’epistemologia francesi (H. Poincaré, G. Bachelard, P. Valéry e M. Serres) e alla filosofia naturale tra ‘700 e ‘800 (G. Leopardi). Tra le sue pubblicazioni in volume si ricordano: Scienza ed epistemologia in Francia (1900-1970), Loescher, Torino 1979; Forme di sapere e ipotesi di traduzione, FrancoAngeli, Milano 1984; Michel Serres, Liguori, Napoli 1990; H. Poincaré, Il valore della scienza, La Nuova Italia , Firenze 1994; Leopardi e la filosofia, Polistampa, Firenze 2001; Tra Bachelard e Serres, A. Siciliano, Messina 2003; Leopardi e “le ragioni della verità”. Scienze e filosofia della natura negli scritti leopardiani, Carocci Editore, Roma 2003.