Nato con Petrarca, l’umanesimo segnò l’avvento nella storia della cultura europea di un nuovo senso della soggettività libera e cosciente. L’Io umanistico si alimentò di un vivace sentimento religioso e collegò la propria inquietudine al desiderio di vedere rinnovato il volto di un cristianesimo storico avvertito come consunto, bisognoso di rigenerazione Conquiste d’avanguardia come la filologia, il criticismo e il recupero delle antiche filosofie si volsero contro il conservatorismo della Chiesa costituita, che venne bersagliato con le armi dell’ironia, del moralismo, del ragionamento dialogico in opposizione al dogmatismo della Scolastica. In apparenza, l’attacco sferrato dagli umanisti risultò affine al preesistente filone dell’anticlericalismo satirico. In realtà, propugnando la necessità di strappare la vita dell’intelletto alla sudditanza alla sfera del sacro, l’avanguardia umanistica si affermò come il primo movimento di natura laica nella storia d’Europa. Un fermento che giocò un ruolo decisivo nel promuovere la nascita della modernità come pluralismo delle proposte veritative che si offrono al libero esame del soggetto giudicante, senza ipoteche imposte da un’autorità dominante – in questo caso, quella della Chiesa.
Marco Pellegrini (Bergamo, 1963) ha studiato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e attualmente insegna Storia moderna e Storia del Rinascimento presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Bergamo, Editore del volume XII delle Lettere di Lorenzo de’ Medici (2007) e specialista della storia d’Italia fra Quattro e Cinquecento (Congiure di Romagna, 1998; Ascanio Maria Sforza, 2002; Le guerre d’Italia, 2009; Il papato nel Rinascimento, 2010), da alcuni anni si è dedicato allo studio delle cosiddette “crociate tardive” (Le crociate dopo le crociate, 2013). Con Le Lettere ha pubblicato nel 2012 un’ampia monografia su: Religione e umanesimo nel primo Rinascimento da Petrarca ad Alberti.Ulteriori informazioni sul suo sito www.renaissanceitaly.it