Sinossi

Ecuador 1790: le rivolte indigene di Guamote e Columbe, eco del movimento di Tupac Amaru in Perù, lasciano presagire quello che saranno le lotte dei primi decenni dell'Ottocento, le quali porteranno in seguito alla dichiarazione di indipendenza dalla Spagna. La giovane Cumandá, cresciuta nel seno di una famiglia zapara, sulle sponde del fiume Palora, vergine forte e coraggiosa come una divinità pagana, conoscerà in breve tempo l'amore, la gioia e il dolore, e andrà incontro al suo tragico destino insieme a Carlos, dal quale tutto sembra separarla, mentre in realtà – ma loro non lo sanno – sono da sempre indissolubilmente legati.Cumandá (1879), romanzo romantico e indianista, scritto da uno dei fondatori del genere, Juan León Mera (1832-1894), offre una visione incantata e affascinante delle selve sudamericane, e un ritratto fedele delle tribù indigene, dei loro costumi e credenze. Mera è inoltre molto critico nei confronti del governo, latitante in queste zone marginali della nuova nazione e indifferente nei confronti degli aborigeni, che solo a fatica e molto più tardi saranno riconosciuti come cittadini. La traduzione di Giorgia Delvecchio (ispanoamericanista dell'Università di Parma) rende godibile questa lettura – tra storia, finzione narrativa e tradizione popolare – e rende giustizia alla raffinata prosa di Mera che talvolta sconfina nella lirica e si configura perfino in deliziosi versi romantico-popolari.

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