Sinossi

Prefazione di Alina MarazziPostfazione di Franco Arminio, con una nota di Moreno Miorelli. Quella di Antonella Bukovaz è la nuova voce della nostra poesia. Lo charme della sua timbrica, e soprattutto della sua intonazione, è parte non accessoria della sua testualità. Una voce semplice, a tratti arcaica, che però infinitamente si rifrange utilizzando meccanismi multimediali di prima qualità. Siamo in un universo liquido. Ogni oggetto è percepito nel suo stingere, dilagare, dilavare: «i confini delle cose ingoiano se stessi». Se il paesaggio sfuma, si perde, «si dissolve» è perché viene dipinto a gouache sul più sottile, il più «assorbente» dei veli. È un «paesaggio in corso»: senza contorni né profili, né punti né linee. Nemmeno superfici. Nella nostra tradizione unico caso a questo è quello di Andrea Zanzotto. E dopo la sua nessuna voce quanto questa può dirsi site-specific. Ma non c’è traccia del risarcimento che Zanzotto trova nella lingua, nella sua gloria. Ciò che «al di là della siepe» di Antonella Bukovaz anzitutto «svapora», invece, è proprio «la parola». E dietro questo «Limite», fisico e metafisico, l’«ultimo orizzonte» continua a naufragare dolcemente nell’eterno mare, nel mare dell’eterno. «Interminato» dal momento che ogni confine è stato cancellato: insieme al soggetto, infatti, disperso e sparito è anche il paesaggio. Nel mistero, profondissimo e impercettibilmente sottile, del più lieve velo di pioggia.

Autore

Antonella Bukovaz è nata a Cividale del Friuli, dove vive, il 13 giugno 1963; ma è originaria di Topolò-Topolove, borgo sul confine italo-sloveno, nelle valli del Natisone. Lì ha cresciuto le sue figlie, e scritto poesie che sono confluite in un libro, Tatuaggi, edito nel 2006. Dal 1995 ha partecipato a diverse rassegne di arte contemporanea in Italia e in Slovenia; dal 2005 si dedica prevalentemente alla poesia e alle interazioni tra parola, suono e immagine in forma di lettura, video poesia e video-audioinstallazione. Nel 2008 ha scritto Storia di una donna che guarda al dissolversi di un paesaggio (Premio Antonio Delfini 2009) che è diventato un video con le musiche di Teho Teardo. Ha scritto per il teatro il poema breve Maipiù-Nikolivec rappresentato al Cankarjev dom di Ljubljana e al Teatro Miela di Trieste.