Questo saggio indaga il nucleo centrale della poetica e della testualità di Alberto Savinio: il modo con cui lo scrittore affronta il rapporto tra il fare artistico e il principio di realtà, superando le convenzioni categoriali normalmente applicate alla sua percezione in nome di un nuovo stile intellettuale che sia capace di intuire le leggi dinamiche che governano lo spettacolo del mondo. Indagata nelle costanti genetiche e nei motivi ricorrenti (l’allegria, l’ironia, il digredire), tutta l’opera dello scrittore – dalle prose di viaggio alle scritture critiche (o “critico-fantastiche”) e alla paradossale summa enciclopedica – è così riconosciuta nella comune appartenenza a una fenomenologia estetica e conoscitiva all’insegna dell’ibridazione. Ed è a questo principio della variazione prospettica che Secchieri ispira la sua analisi critica, abbandonando la geometrica compiutezza del disegno monografico per un’impegnativa fedeltà al caleidoscopico succedersi di forme, stili e statuti espressivi che caratterizza ogni segmento dell’esperienza letteraria saviniana.