Questa conversazione con Mario Luzi, protagonista e testimone della cultura del Novecento, nasce dalla disponibilità del grande Poeta e dalla curiosità del giornalista. Scorrono in queste pagine i frammenti di un secolo che con Luzi risaliamo dagli anni Trenta, quando Firenze richiamava le migliori intelligenze e i migliori artisti facendosi punto di riferimento per la cultura italiana ed europea. Dal Futurismo al Surrealismo, dall'Ermetismo alla stagione delle riviste, assistiamo al maturare di una generazione di artisti, di letterati, di poeti che avrebbe dato frutti copiosi nella seconda metà di questo secolo della controversia, come Luzi lo definisce. Emergono dalla memoria e dall'affetto personaggi straordinari: Rosai, Viani, Tozzi (il cui tormento ne fa quasi dei geniali a parte, degli irregolari) e, ancora Bilenchi, Pratolini, Vittorini con il loro spirito amichevolmente complice di brigata, la musoneria di Montale, l'ironia di Landolfi. Con Luzi riscopriamo il valore della parola e ritroviamo il significato eterno della Poesia e del libro, luogo della memoria, della fantasia e dello spirito in un mondo sordo alle voci dove, sommersi gli antichi suoni da moderni rumori, tutto sembra an arsi sullo schermo grigio del computer. È a questo punto che Mario Luzi rinnova la scommessa terminale dell'uomo: se sarà capace di dominare o se sarà dominato dagli strumenti che ha prodotto.
Mario Luzi (Firenze, 1914) è punto di riferimento tra le figure poetiche del Novecento italiano. La sua produzione lirica dal 1935 al 1994 è oggi raccolta ne L'Opera Poetica (I Meridiani, 1998). Le Lettere ha pubblicato nella stessa collana Frammenti di Novecento, una conversazione tra il poeta e il giornalista Renzo Cassigoli.Muore nel febbraio 2005 all'età di novant'anni.