Sinossi

Le Lettere di Caterina da Siena costituiscono una presenza precoce e costante nella vita e nelle opere di Federigo Tozzi, quasi un ideale livre de chevet che ne accompagna lo stesso passaggio dal giovanile laicismo anarco-socialista al contraddittorio cattolicesimo, aspro e problematico, della maturità. Modernamente, nella grande conterranea lo scrittore riverbera soprattutto la propria insaziata ansia di conoscenza. Santa Caterina - scrive Tozzi - ci sbarazza di tutto ciò che ci impedisce di giungere al nostro io più profondo. Ed è proprio nell’ottica di una riproposizione senza schemi eruditi o facili ideologismi del Medioevo cristiano e ‘primitivo’, che nel 1918 Tozzi sintetizza in un esile, straordinario libretto il monumentale corpus delle lettere cateriniane per chi non ha tempo né voglia di leggerlo da cima a fondo.Le cose più belle di Santa Caterina da Siena è così un documento indispensabile per comprendere appieno la potenza di intuizione e la colta complessità novecentesca dello scrittore senese. Ma è anche un modo per avvicinarsi con un percorso originale a una delle esperienze più radicali e affascinanti della letteratura mistico-religiosa occidentale.

Autore

Federigo Tozzi è uno in assoluto dei massimi scrittori italiani del primo Novecento e del Novecento tout court. Narratore senese morto giovane all’età di soli trentasette anni, ha lasciato una serie di opere che bastano a consacrarlo pienamente nella sua grandezza. Tra esse, pubblicate dalla casa editrice Le Lettere e criticamente curate da Marco Marchi, i romanzi Con gli occhi chiusi e Il podere, le prose di Bestie, la selezione antologica d’autore dell’epistolario cateriniano (Le cose più belle di Santa Caterina da Siena) e le splendide lettere alla fidanzata raccolte in Novale.