Sinossi

Le elezioni presidenziali americane del 1964, che seguirono l’assassinio di John F. Kennedy, videro l’emergere di una figura atipica nel panorama politico americano, il senatore dell’Arizona Barry M. Goldwater, che sfidò, perdendo, l’erede di Kennedy e della politica newdealista, Lyndon B. Johnson. Nonostante la secca sconfitta, Goldwater ebbe il merito di aver operato una vera rivoluzione nel Grand Old Party, il Partito Repubblicano. Facendosi interprete dei sentimenti e delle istanze della “seconda America”, l’America del Midwest, ma soprattutto dell’Ovest e del Sud-Ovest, Goldwater impresse al Partito Repubblicano un segno conservatore che restò sottotraccia per più di un quindicennio, per poi emergere prepotentemente con il trionfo di Ronald Reagan nel 1980. In sostanza, il successo di Reagan non può essere spiegato se non alla luce delle intuizioni e del programma politico messo in campo nel 1964 da Goldwater e da lui esplicitato in The Conscience of a Conservative del 1960 (un successo editoriale senza precedenti) e in Why Not Victory? del 1962, opere in cui il senatore dell’Arizona mise a punto in modo chiaro e diretto i principi del suo conservatorismo: l’antistatalismo, il recupero dei principi del liberalismo americano delle origini, il decentramento dei poteri, i diritti degli Stati, l’individualismo; e, in politica estera, la lotta senza compromessi nei confronti del comunismo.

Autore

Antonio Donno è stato professore ordinario di Storia dell’America del Nord e poi di Storia delle Relazioni Internazionali all’Università del Salento e alla Luiss. È autore di numerosi volumi e articoli sul conservatorismo americano, sulla guerra fredda e sulla politica americana nel Medio Oriente, con particolare riguardo alle relazioni con il sionismo e Israele.