Innocenti come i bambini e gli infanti, e quindi non responsabili penalmente, furono considerati, nel diritto italiano in età moderna, i malati di mente, i sordomuti e i prodighi, sia nell'ambito del diritto criminale che in quello civile. Assistiti nelle grandi città italiane come Firenze, Bologna, Genova, Milano, Venezia, Roma da apposite magistrature, essi furono in alcuni casi tutelati e protetti ma spesso, se poveri e abbandonati, rinchiusi nelle carceri, negli ospedali e in alcuni istituti sorti via via per iniziativa privata.Questo lavoro, condotto attraverso le numerose fonti conservate negli archivi e nelle biblioteche italiane, ricostruisce per la prima volta la storia della drammatica realtà della malattia mentale in Italia fra Cinque e Settecento e soprattutto dei modi con cui la medicina del tempo e la stessa società vedeva la malattia.