Redazione Le lettere
 20/02/2020

Bombata e rossa, ai bordi delle strade, la buca delle lettere non è cambiata nel tempo: non è stata accorciata, smagrita e non ha mai cambiato colore. Lei è stata per anni un ripostiglio privilegiato, una custode silenziosa di speranze, ricordi, viaggi e illusioni di intere generazioni; per anni la buca ha costruito un legame affettivo con chi vi riponeva le proprie lettere, depositate lì di nascosto, accatastate una sull’altra: venivano così imbucati messaggi d’amore, cartoline, annunci ai genitori e racconti agli amici. C’era la regola non scritta che la buca imponesse la cura della scrittura perché il contenuto venisse recapitato e letto senza inciampi. E soprattutto esisteva un patto confidenziale di riservatezza tra il mittente e la buca che trasformava il momento di imbucare in un rito sentimentale. Tutti gli incartamenti di abitudini, fissazioni e manie che comportava l’atto di spedire e imbustare sono andati perduti: chi di noi non ha buttato o stracciato molte volte la prima copia prima di arrivare alla versione giusta? Quante copie sono state bagnate, calpestate, abbandonate in angoli della città e poi perse? E quante volte vi sarà capitato di appoggiare le labbra sul margine superiore per poterla richiudere chiedendovi se ne valesse davvero la pena? O magari solo per sentirne il sapore sulla punta della lingua? Internet ci ha tolto il rito lento di confezionare un messaggio. E con questa fretta di arrivare, le cassette delle lettere sono ormai in via di estinzione. Di questi tempi, è rimasta solo una scatola rossa, quasi sempre vuota, e in disuso. È diventata una dispensa desueta, lì ferma, nell’immaginario dei suoi affezionati, sempre all’angolo di certe strade.

Ecco che Noi invece abbiamo deciso di portarla sul nostro sito, al centro del nostro andare, per raccontarci e fotografare una porzione del nostro mondo editoriale attraverso le sue feritoie; da qui la nostra idea di creare una Buca delle Lettere appoggiata sulla composita e congestionata strada del web, un blog che intrecci la sapienza artigianale nella cura dei contenuti all’immediatezza digitale, mantenendo un rapporto personale con i lettori.

Da una sua feritoia si potrà sbirciare verso l’interno per conoscere al meglio la casa editrice. Le nostre rubriche vi accompagneranno attraverso le sue origini, i suoi progetti, i suoi desideri e quelli di chi ci “vive” e lavora. Da Lo Strillone, un diario di bordo che racconterà le novità e gli appuntamenti di redazione, passando per la Rivisteria, sezione di approfondimento ed edicola virtuale in cui verranno esposte tutte le novità dalle nostre riviste, sino a Fuori Catalogo, una “guida illustrata” con articoli legati ai nostri autori e ai loro luoghi, per non abdicare alla nostra caratteristica di essere una casa editrice di catalogo, ogni frase, ogni pensiero, ogni “lettera” verrà confezionata e spedita con pazienza e scrupolosità per ricreare quel legame segreto, quel patto silente, quella speranzosa attesa tra corrispondenti.

La seconda feritoia della Buca invece sarà rivolta all’esterno, verso Firenze, con i suoi vicoli, i ponti e le strade, che ci racconteranno qualcosa in più di noi, del contesto in cui la casa editrice è nata nel 1976 e ancora oggi abita. L’obiettivo è di catturare la città nelle sue librerie e fiere culturali, nei suoi personaggi e nelle sue abitudini passate, nuove e inconsuete, per lasciarla partire verso nuovi luoghi e visioni.

La nostra Buca delle Lettere è ferma lì, è vero, ma noi da lei vogliamo ripartire, e con lei continuare a presidiare e consigliare, a sbriciare quello che le succede intorno, a inviare messaggi alla città e a tutto il mondo culturale ed editoriale in cui vive ed evolve. Ecco sì, da qui vogliamo cominciare: da uno sguardo fisso, da un gesto desueto, da una cassetta rossa bombata, all’angolo di una strada.