Redazione Le lettere
 29/04/2020

Nel mondo della carta stampata galleggiano i coccodrilli: necrologi confezionati prima della morte di un personaggio. Prendono il nome dalle lacrime versate in apparenza dagli alligatori dopo un errore commesso. Scrivere un coccodrillo è rimasto un rito lento da consumarsi all’improvviso. Un’inconsueta macchia del giornalismo che sconfina nella letteratura, raccontando non solo chi se ne va ma anche la comunità che lascia.

Nelle redazioni dei giornali bisogna far fronte alla presunta scorrettezza di chi muore senza avvisare, obbligando i giornalisti a frenetiche stesure di pezzi economici. I coccodrilli, nell’alluvione delle notizie istantanee, sono una barca a remi sverniciata che si fa trascinare controcorrente. Nelle testate esistono ritmi consolidati nella stesura dei coccodrilli: il New York Times ha nel suo archivio 1700 prezzi pronti ad andare in stampa che in gergo vengono definiti premorti. Robert Mc Fadden, penna riconosciuta nel settore, ha spiegato che al NYT vengono stabiliti i pezzi da scrivere seguendo i criteri dell’età e della rilevanza del personaggio. Con le informazioni sempre reperibili su internet, i giornalisti riescono a disegnare un ritratto comodamente. Al contrario, prima delle biografie digitali per comporre un articolo serviva aggiornare la biografia dell’interessato., così si faceva un’intervista con il solo scopo di rinfoltire il materiale per il pezzo che sarebbe uscito il giorno dopo la dipartita dell’intervistato. Per questo chi scrive coccodrilli, si avventura in un terreno in cui si muovono dramma e commedia, cronaca e romanzo. Indro Montanelli conoscendo la cinica sceneggiatura di un coccodrillo, decise di scriversi la conclusione del suo: Indro Montanelli, genio compreso, spiegava agli altri ciò che egli stesso non capiva. Può capitare che un personaggio sopravviva al suo coccodrillo, come accadde a Elizabeth Taylor scomparsa nel 2011: il pezzo che celebrava la sua morte era firmato da Mel Gussow, critico teatrale scomparso sei anni prima. In quel caso, l'articolo era stato scritto tanto accuratamente che venne pubblicato ugualmente cambiando solo l’intestazione, in gergo mettere il cappello sopra al pezzo.

I coccodrilli sono di estrazione popolare e provengono dalle onoranze funebri., non seguono l’andatura degli articoli di cronaca, hanno una loro fisionomia e un loro stile. Esiste una retorica del linguaggio: il mondo piange i maestri, tramonta un’epoca etc. Hanno il ruolo delle lettere consolatorie, in cui sfogliandole, riconosci un tratto, una caratteristica di chi muore che lo rende familiare e forse somigliante a chi legge. L’Economist ha una rubrica che raccoglie coccodrilli di persone sconosciute: descrive con grande eleganza la vita partendo da minuzie insolite: tic, abitudini e magagne disegnando un ritratto della persona e della comunità a cui appartiene. I coccodrilli sono come istantanee Polaroid scoperte in vecchi cassetti che mostrano come eravamo e come siamo nel momento in cui guardiamo la fotografia.