Corrado Costa
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«Corrado Costa sono due fratelli. Portano entrambi lo stesso nome. Hanno la stessa data di nascita, anche se il c.d. “fratello” è nato, per prontezza di riflessi, nove anni dopo […]. Il professionista lavora e il poeta nullafacente vive felice, entusiasta e irriconoscente […]. “Fondiamo il gruppo dei poeti estensi, sotto l’egida di Ciro Menotti, contro i poeti di Parma”. E il fratello paga. “Vado nel Gruppo 63. Vado a Roma per ‘Quindici’. Per il ‘Caffè’. Facciamo ‘Malebolge’”. I costi salgono». Così, in una delle performances più memorabili, Corrado Costa: davvero avvocato di successo (fu lui a difendere vittoriosamente Altri libertini di Pier Vincenzo Tondelli) nato nel 1929 a Mulino di Bazzano, dove è morto nel 1991 (del “fratello”, da allora, si sono perse le tracce). Numerose le pubblicazioni letterarie, fra le quali però relativamente “visibili” solo i versi di Pseudobaudelaire (Scheiwiller 1964 e 1986; Zona 2003) e The Complete Films (a cura di Paul Vangelisti, Red Hill Press 1983) e i saggi di Inferno provvisorio (Feltrinelli 1971). Postuma l’antologia Cose che sono parole che restano (a cura di Aldo Tagliaferri, Diabasis 1995). «Io non faccio niente, ma lo faccio lentamente».