Sinossi

A cura di Brunello Lotti e Lia MannarinoLa monografia su Locke di Chiara Giuntini, ultimo imponente lavoro della studiosa fiorentina prematuramente scomparsa, pubblicato postumo a cura di Brunello Lotti e di Lia Mannarino, costituisce un’analisi innovativa e originale su un autore che è oggetto di sempre rinnovato interesse da parte della storiografia filosofica sull’età moderna. Mossa dall’esigenza di rivedere molti luoghi comuni delle interpretazioni correnti e di mettere alla prova le più recenti letture lockiane, Chiara Giuntini ha portato a compimento ricerche che aveva già sviluppato nel corso degli anni in saggi particolari, mirando in questa sintesi conclusiva a trovare una convergenza fra le diverse prospettive nelle quali Locke ha affrontato i problemi della condizione umana, delle sue possibilità nel campo della conoscenza, della vita morale e civile, e dell’esperienza religiosa. L’impronta unitaria del pensiero di Locke è stata ravvisata nel ruolo centrale assegnato alla coscienza, vero fulcro delle sue riflessioni di natura epistemologica, morale e teologica. Lo scopo di Chiara Giuntini non è stato però quello di ricostruire la “teoria della coscienza” elaborata da Locke, bensì di cogliere il carattere pervasivo del riferimento alla coscienza come orizzonte imprescindibile tanto per l’attività intellettuale quanto per la vita emotiva e morale: un riferimento che agisce, spesso in modo implicito e non dichiarato, nei più vari campi e interessi ai quali si è rivolta l’indagine di Locke.

Autore

Chiara Giuntini (Firenze, 1950-2013), allieva di Paolo Rossi, lavorò nella Università di Firenze dal 1974 al 1987 inizialmente come borsista Cnr, quindi come assistente incaricata alla cattedra di Storia della filosofia e poi come ricercatrice. Dal 1987 al 2013 è stata professore ordinario di Storia della filosofia presso l’Università di Udine. Chiara Giuntini ha svolto con continuità ricerche sulla cultura filosofica moderna, specialmente in relazione al pensiero britannico dal Seicento all’Ottocento, di cui ha esplorato una vasta serie di temi, dedicandosi con particolare attenzione a ricostruire i rapporti fra filosofia, psicologia e teoria della conoscenza dall’età di Locke al positivismo. Uno dei suoi primi importanti lavori fu l’ampia monografia su Toland, dal titolo Panteismo e ideologia repubblicana (1979). A lei si deve anche l’edizione delle Opere di Toland nella collana dei Classici della Filosofia dell’editore Utet (2002). Il suo studio di maggior rilievo e di notevole spessore storico-critico è La Chimica della Mente: associazione delle idee e scienza della natura umana da Locke a Spencer (Le Lettere, 1995).