Sinossi

Introduzione di Andrea BellantoneLa tesi latina di Augusto Vera, che qui viene pubblicata per la prima volta in traduzione italiana, fu discussa nel 1845 alla Sorbona. Si tratta di un'operetta in cui il filosofo italiano, ben prima della sua conversione all'hegelismo ortodosso, ripercorre in modo critico la dottrina della mediazione logica e metafisica nella filosofia antica (Platone e Aristotele) e nella filosofia contemporanea (Hegel). La lettura di questo testo ci permette di saggiare il profondo radicamento di Vera nella cultura filosofica francese della prima metà dell'Ottocento e in modo particolare il suo legame con il tema della ragione impersonale proposto dalla riflessione di Victor Cousin. Ma il pensiero di Vera, nel 1845, non è ancora un hegelismo ortodosso: al contrario, in questa breve tesi ci troviamo di fronte a un ragionamento che inclina verso lo scetticismo e che avanza dubbi profondi circa il potere di mediazione – logica e metafisica – di cui sarebbe dotata la ragione umana.

Autore

Augusto Vera (Amelia, 4 maggio 1813 – San Giorgio a Cremano, 13 luglio 1885) è stato un filosofo e politico italiano. Fu senatore del Regno d'Italia nella XIII legislatura. La sua opera più famosa rimane Il problema dell'Assoluto.