La madre assente è un romanzo autobiografico. Il protagonista è lo stesso Michel del Castillo, abbandonato a nove anni dalla madre in piena guerra di Spagna. Una fuga che ha segnato la sua vita, consegnandolo ad anni terribili, costringendolo ad altre fughe, al vagabondaggio, fino all'approdo a Parigi e alla scrittura, sua àncora di salvezza. Ora che la madre è morta, concludendo la sua vita nella degradazione della vecchiaia in un trasandato appartamento di Rue des Archives, egli può tentare l'investigazione finale: confrontare la madre reale con quella che ha ricreato nei suoi romanzi. Ma il tentativo fallisce e ogni carta, ogni fotografia, ogni traccia non è che un'ulteriore forma di depistaggio. Donna dai tre nomi, Victoria-Candida-Isabel, misteriosa e violenta, incurante del dolore che procura agli altri con insospettabile perizia, la madre si rivela per essere solo la protagonista di innumerevoli romanzi. Tutto potrebbe finire nell'odio e nel rancore. Ma c'è una figura che Michel del Castillo crea con un tocco da maestro. È Xavier, il bambino che lo accompagna nella difficile ricognizione degli archivi materni. Xavier non ha paura, si muove nella polvere con leggerezza, ha un cuore pulito e pieno d'amore. Ma Xavier non esiste, è un personaggio immaginario, è l'autore stesso fermo a nove anni, fermo al momento dell'abbandono, è colui che sa stare in quel dolore tremendo senza perdere la venerazione. Questo romanzo si scrive grazie al suo intervento, perché non si scrive nessun libro sulla madre assente se non si è capaci di rimanere sempre esposti, sempre feribili o per sempre innamorati.