2014, 214 (ristampa 2015) pp.
Temi: Letteratura - studi e testi
ISBN: 9788860878632
Il poeta lirico nel momento dell’ispirazione, così come il filosofo all’apice della sua riflessione, «guarda le cose come da un luogo alto e superiore a quello in che la mente degli uomini suole ordinariamente consistere», si legge nello Zibaldone. E l’opera leopardiana appare tutt’oggi il frutto di uno sguardo dall’alto, di un’insuperata lungimiranza poetica e filosofica. Questo libro risale all’origine del pensiero poetante leopardiano analizzando l’intrinseco rapporto tra poesia e ispirazione, essenziale per comprendere sia le riflessioni di Leopardi sul teatro antico, sia il significato autentico del titolo Operette morali. Il libro si sofferma inoltre sul diarismo esistenziale dello Zibaldone; sull’immagine dell’Italia nei Paralipomeni; sulle sorprendenti (e trascurate) analogie tra Emerson e Leopardi; e su due autori decisivi, benché in parte rimossi, del nostro Novecento - Papini e Rensi -, che dimostrarono una precoce attenzione verso Leopardi non solo come poeta, ma anche come pensatore.
Raoul Bruni è professore associato di Letteratura italiana all’Università Cardinale Stefan Wyszyński di Varsavia. Ha pubblicato, tra l’altro, i volumi Il divino entusiasmo dei poeti. Storia di un topos (Aragno 2010) e Da un luogo alto. Su Leopardi e il leopardismo (Le Lettere 2014). Ha curato la riedizione di due opere di Papini (Opera prima, San Marco dei Giustiniani 2008 e Cento pagine di poesia, Quodlibet 2013), e degli scritti leopardiani di Giuseppe Rensi (Su Leopardi, Aragno 2018) e Adriano Tilgher (La filosofia di Leopardi e altri scritti leopardiani, Aragno 2018). Oltre che a varie riviste accademiche, collabora con «Alias», «L’Indice» e altri periodici cartacei e on-line. Curatore della nostra collana novecento/duemila.