Sinossi

Con la collaborazione di: Giovanna Lucci, Dania Biasci, Julie Bicocchi, Lorena Amorosi, Linda FerrettiL’Italia dispone di un enorme patrimonio storico e artistico: ma gli Italiani sono in grado di riconoscerlo? E sono in grado di riconoscersi in quel patrimonio? Molti sono gli indizi, e non poche le prove, di una frattura tra ciò che si ha e ciò che si è: in altre parole, la coscienza collettiva circa i Beni culturali è modesta, incomparabile con la grandezza di quei Beni, e forte il dubbio che gli Italiani siano individualmente produttori di cultura ma nell’insieme non un popolo di cultura. Entrano in ballo le contraddizioni circa l’identità nazionale, i dilemmi del processo di unificazione, le disparità territoriali; e, inoltre, la separazione tra l’Italia pubblica e l’Italia privata, le distanze tra quella sottostante e quella superficiale, il distacco tra quella dell’élite e quella della massa. Senza dimenticare queste aspre condizioni “esterne”, il testo percorre i sentieri della scuola, una delle istituzioni meno valorizzate del paese; e analizza i risultati dell’indagine compiuta proprio sul tema della conoscenza-coscienza del patrimonio storico e artistico, nei suoi significati reali e simbolici, da parte di studenti e docenti. La verifica compiuta è orientata alla ricerca di modalità efficaci per la dilatazione e qualificazione della base culturale dei Beni culturali. Nella decisa convinzione che se non si agisce sul potenziamento della domanda la sovrabbondanza dell’offerta sarà sempre paradossalmente insufficiente sia per la vita dello spirito che per la vita pratica.

Autori

Mario Aldo Toscano, già ordinario di storia e teoria sociologica, è stato Direttore del Dipartimento di Scienze Sociali, del Dottorato di Ricerca in Storia e Sociologia della Modernità presso l'Università di Pisa e, nel triennio 1992-1995, Presidente dell'Associazione Italiana di Sociologia (AIS). Dal 1993 al 2009 ha promosso e organizzato l'Italian-American Conference, incontro biennale tra studiosi italiani e americani su tematiche di speciale rilevanza etica, politica e sociale. Le direttrici fondamentali del suo lavoro scientifico – che agli esordi già affrontano nodi cruciali della vita pubblica italiana (cfr. Riflessioni sul terzo potere, 1968; Industrializzazione e classe operaia,1976) – contemplano negli sviluppi successivi testi per la didattica (Introduzione alla sociologia, Angeli, 1978, sesta ed. 2006; Introduzione al servizio sociale, Laterza, 1998; Introduzione alla sociologia dei Beni Culturali, Le Lettere, 2005); volumi di ricerca teorico-empirica (in particolare Evoluzione e crisi del mondo normativo. Durkheim e Weber, Laterza, 1975; Malgrado la storia, Feltrinelli, 1980; Marx e Weber. Strategie della possibilità, Guida, 1988; Trittico sulla guerra. Durkheim, Weber, Pareto, Laterza, 1996; Prove di società, Donzelli 2011); e una serie di monografie sui problemi della vita quotidiana e dei dei beni culturali. Ha ricevuto, per la sua attività scientifica e culturale il Premio Scanno 2010,

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Elena Gremigni insegna Sociologia dei Beni Culturali all’Università di Pisa. Si è occupata di editoria e censura nel secolo dei Lumi e ha compiuto ricerche nell’ambito dei Beni Culturali, con particolare riferimento alla storia e alla critica cinematografica. Oltre a diversi saggi editi su varie riviste, ha pubblicato tre monografie (Periodici e almanacchi livornesi. Secoli XVII-XVIII, 1996; Il “Faust” di F. W. Murnau, 2007; Pubblico e popolarità. Il ruolo del cinema nella società italiana, 1956-1967, 2009) e alcuni contributi in volumi collettivi. Insieme al Prof. Mario Aldo Toscano ha curato il volume: Introduzione alla sociologia dei Beni Culturali. Testi antologici (2008).