Description
Parlare della violenza che si consuma sulle donne e i bambini al riparo delle mura domestiche, quella visibile e quella più sibilata e minacciosa, pur essendo un argomento che ogni giorno prepotentemente occupa spazi sempre più ampi di notizie, significa spesso, ancora oggi, toccare un terreno scivoloso e confuso,la cui più auspicabile soluzione sembrerebbe per molti un mirabile colpo si spugna, un veloce ravvedimento che trasformasse in principe l’orco cattivo. Come se l’evento spaventoso e traumatico potesse scivolare via se minimizzato, confuso, sminuito, sbiancato. La realtà dei fatti dimostra con una precisione impietosa lo sconquasso e il sovvertimento profondo che le vittime di violenza, donne e bambini, si portano dietro spesso di generazione in generazione. Il privilegio di lavorare nelle case rifugio, a diretto contatto con loro, ha il potere di ricondurre il fenomeno della violenza a tutta a la sua precisa gravità, seguendo dopo giorno dopo giorno, da un lato i danni, la perdita d’identità e lo sconcerto causati dal maltrattamento e dall’altro però anche il lento riemergere dell’ordine dopo il caos della violenza.