Sinossi

Antonio Cocchi (1695-1758), medico, bibliotecario, antiquario, letterato, una delle figure più rilevanti del Settecento toscano, redige nel 1742 questa relazione sull'Arcispedale di Santa Maria Nuova, qui pubblicato per la prima volta. Il Cocchi offre un quadro completo e lucido, a tratti spietato a tratti toccante, della vita dell'imponente azienda, costituita da infermi, medici, infermieri, speziali, inservienti, operai, studenti, cappuccini e monache, illustrando nei dettagli i compiti svolti da ciascuno, l'assistenza prestata ai malati, l'organizzazione delle scuole. Viene preso in esame l'edificio nella sua interezza, descrivendo ogni reparto e stanza, senza escludere cucine, lavanderie, laboratori, orti, cimitero, convento, chiesa, fornendo un'analisi sanitaria di ogni settore e proponendo cambiamenti e adeguamenti. Si esaminano l'arredo e le attrezzature di ogni locale, il vitto, il vestiario, il trattamento degli infermi, con le penose condizioni dei pazzi, l'ignoranza sulle malattie femminili, l'ingiustificata esclusione delle gravide, mettendo in evidenza i diversi trattamenti riservati a uomini e donne, sottolineando gli sprechi, gli abusi, le omissioni. Pesanti sono le accuse che Cocchi rivolge a chi ha il compito di dirigere l'ospedale: la concentrazione del potere nelle mani del solo spedalingo, la mancanza di norme scritte e di un rigoroso controllo sulla loro osservanza, hanno determinato la progressiva decadenza di una situazione non impossibile da sanare. I rimedi dovranno iniziare da una maggiore distribuzione del potere, dall'emanazione di leggi precise e pubbliche, da un severo controllo sull'operato di ciascuno. Carità, severità, dolcezza, devono improntare il comportamento di chi ha il dovere di assistere gli infermi. Un documento di grande interesse per chi si occupa di storia di Firenze e di storia della sanità.

Autore

Antonio Cocchi (1695-1758), medico, bibliotecario, antiquario, letterato.