Sinossi

Prefazione di Moni Ovadia Nel periodo tra il 1875 e il 1914 sbarcarono a Buenos Aires, il porto più australe d'Europa, più di 5 milioni di stranieri, il 14 per cento del movimento migratorio mondiale. Molti di questi immigranti erano ebrei che provenivano dai più disparati luoghi dell'Europa orientale.Buenos Aires sembrava allora una nuova torre di Babele. Dalla fusione di tutte le culture che in quella città si erano incontrate nasceva il tango, un'affermazione d'identità e un rito che liberava dalle angosce della vita. L'apporto degli ebrei a questa avventura collettiva, fatta di centinaia di avventure individuali, ha contribuito a fare di questo ballo-canzone un'arte universale.Originari della Russia, della Polonia o dell'Ucraina, in fuga dalle persecuzioni e dalla miseria, gli ebrei lottarono duramente per integrarsi nella vita argentina, un paese in cui i sentimenti antisemiti erano largamente diffusi. Per molti di loro il tango, musica e danza scandalosa per la borghesia porteña, fu un mezzo di assimilazione e non è un caso se entrambi ebbero come comuni nemici i militari golpisti e i movimenti fascisti.Musica nata a Buenos Aires, il tango è stato luogo d'incontro e di creazione collettiva per uomini venuti da ogni parte del mondo e anche l'apporto ebraico fa parte delle fondamenta sulle quali si appoggia: l'universalità della vita.PER SAPERNE DI PIU' SU QUESTO BALLO www.tango.it

Autore

Furio Biagini (Pistoia 1954) è docente di Storia dell'Ebraismo presso l'Università degli Studi di Lecce. Autore di saggi e articoli sul sionismo e la storia del movimento operaio ebraico, ha pubblicato Nati altrove. Il movimento anarchico ebraico tra Mosca e New York (1998) e Mussolini e il sionismo (1998).