Sinossi

La Destra politica del Novecento è stata anche un fenomeno ebraico. Malgrado le persecuzioni etnico-razziali del nazi-fascismo o quelle etnico-classiste del socialismo reale, vi sono stati non pochi ebrei che hanno scelto di sposare una posizione politica di destra: chi su posizioni sionistiche (come Jabotinsky o Klausner), chi su posizioni diasporiche (come Ovazza o Schoeps). Se il profilo biografico è quello maggiormente in grado di ritrarre le peculiarità della “Destra ebraica”, è anche vero che le comunità ebraiche europee sono state lungo tutto il Novecento culturalmente più vicine alla Destra che alla Sinistra politica, malgrado le persecuzioni subite. Si tratta di calcoli opportunistici di una minoranza integrata? Siamo di fronte a un discorso di natura spirituale o religiosa? Oppure è stata la conformazione stessa della Destra moderna a favorire la vittoria della Destra ebraica? Questo saggio tenta di svelare i perché di uno schieramento tanto ovvio quanto scabroso.
Radio Capodistria "Il vaso di Pandora", 27 febbraio 2015
Intervista a Vincenzo Pinto (a partire da 1h28')RAI Parlamento, 11 aprile 2015
Intervista a Vincenzo Pinto

Autore

Vincenzo Pinto (1974) è uno storico del nazionalismo ebraico. Ha ottenuto un dottorato di ricerca in storia contemporanea all'Università di Torino (2003), uno in scienze storiche all'Università di San Marino (2006) e uno in studi italiani all'Università di Grenoble (2012). Dirige attualmente la rivista web «Free Ebrei». Ha pubblicato numerosi lavori sul sionismo e sull'identità ebraica contemporanea. Si segnalano fra gli altri: Imparare a sparare (2006), La tigre sotto la pelle (2007), La terra ritrovata (2012).