Description
Introduzione di Carla SodiniPostfazione di Franco CardiniSiamo nell’autunno del 1613, sotto il regno del granduca Cosimo II de’ Medici, quando dal natale Libano, in fuga dagli eserciti del Sultano, giunge a Livorno l’emiro Fakhr ad-Dīn II. Il principe arabo non sceglie la Toscana a caso, ma in forza di un trattato siglato anni prima con il granduca Ferdinando I. Faccardino, come verrà ricordato nelle cronache, era infatti l’alleato musulmano che poteva realizzare il sogno mediceo della crociata, mentre i granduchi, dal canto loro, potevano fornire all’emiro l’aiuto sufficiente a coronare il sogno di indipendenza dall’Impero Ottomano. Oltre ai piani d’attacco, alle armi e alle alleanze, la permanenza dell’emiro verrà ricordata per l’amicizia nata fra i due sovrani al di là delle convenzioni e delle regole del tempo, che avrebbero voluto i due mondi lontani e ostili. Così, nell’esilio dorato trascorso nella Firenze irradiata ancora dallo splendore del Rinascimento, colmato d’onori e d’attenzioni, Fakhr ad-Dīn visse come ospite della corte granducale per due lunghi anni, nei quali ebbe modo di apprezzarne le bellezze artistiche e naturali, nonché le conquiste tecniche e scientifiche. L’emiro, da parte sua, alimentò quella curiosità sulle cose orientali riportata in auge dalle letture e dalle rappresentazioni dei poemi del Tasso e dell’Ariosto. Questo libro racconta il viaggio di Faccardino con minuzia di particolari, avvalendosi di una ricca documentazione tratta dagli archivi e dalle cronache del tempo. Questo importante episodio della storia Toscana fu però il frutto di secoli di relazioni con l’Oriente musulmano. L’autore, partendo dall’alto medioevo, inquadra il soggiorno di Fakhr ad-Dīn in un contesto storico più ampio, ricostruendo i rapporti intercorsi fra la Toscana il mondo islamico attraverso i secoli, descrivendo i momenti più salienti di quest’incontro e i suoi protagonisti. Così vediamo cavalieri, signori, granduchi, corsari, emiri, sceicchi e sultani impegnati in guerre, crociate, razzie, ma anche, e soprattutto, in scambi, commerci e alleanze. Nella ricostruzione storica che culmina nell’incontro fra Faccardino e Cosimo II vengono messi in evidenza i punti di contatto piuttosto che quelli di contrasto, e l’amicizia fra i due principi, così diversi per cultura, storia e religione, in un mondo come quello del ’600, può divenire un modello anche per la nostra epoca e i conflitti che la caratterizzano.