Come la narrativa, la poesia e il teatro, la critica è un genere letterario, un genere molto vicino sia al giornalismo che alla filosofia. Ma come nasce in un autore la vocazione critica? Questo libro su Alfonso Berardinelli a cura di Emanuele Zinato ci offre il ritratto di uno dei critici-scrittori più brillanti, autorevoli e polemici presenti sulla scena culturale italiana. Nei suoi libri, articoli e pamphlet – di cui viene qui presentata una scelta significativa – Berardinelli ha discusso, a volte con elegante ironia, a volte nello stile della satira più aggressiva, i problemi e i miti della cultura di oggi: dal declino della politica alla crisi culturale della sinistra, dai metodi dell'insegnamento letterario al linguaggio dei giornalisti e degli accademici.Dicendo che il critico, per conservare la sua indipendenza di giudizio, deve sentirsi ed essere considerato “un intruso”, Berardinelli ci suggerisce che non c’è libertà intellettuale senza disubbidienza alle regole e alle complicità corporative: senza vedere la stessa società in cui si vive come una tribù straniera i cui usi e idolatrie devono continuare a meravigliarci.
Alfonso Berardinelli (Roma 1943) ha insegnato letteratura contemporanea all’università di Venezia fino al 1995. Ha pubblicato tra l’altro: La poesia verso la prosa (1994), L’eroe che pensa (1997), Nel paese dei balocchi: la politica vista da chi non la fa (2001), La forma del saggio (2002) e con H.M. Enzensberger Che noia la poesia (2006). Ha fondato e diretto con Piergiorgio Bellocchio la rivista «Diario» (1985-1993).