Alice disambientata

Materiali collettivi (su Alice) per un manuale di sopravvivenza

A cura di Gianni Celati

Collana: Fuori Formato, 5
2007, 160 pp.
Temi: Letteratura - studi e testi
ISBN: 9788860870414

Edizione cartacea

  • Brossura € 15,00  € 14,25

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Sinossi

Postfazione di Andrea Cortellessa.

Bologna, primavera 1977. Alice è l’emblema del Movimento. Nella città che ne è l’epicentro, l’Alma Mater Studiorum è occupata. Al DAMS c’è un professore stravagante, che scrive saggi geniali e non si stanca mai di raccontar storie. Così il suo seminario su Lewis Carroll si trasforma in un collettivo politico, una scuola di scrittura creativa, un cineclub, un concerto rock, un set psicanalitico. Soprattutto un posto dove «farsi delle storie». Un’inedita identità collettiva è il referente e insieme l’artefice di Alice disambientata perché, com’è detto nelle prime righe, ormai è dappertutto. Come l’Araba Fenice, è senza luogo e senza dimensione: cade, precipita, scivola nel non-luogo del linguaggio, così rimpicciolendo e ingrandendo a volontà. Il suo, dicono gli studenti e scrupoloso annota il prof, è «un modo per non farsi catturare».Esplosione terminale della forma-saggio, de-scrittura anticorale e rizomatica, libro-nonlibro, Alice disambientata – che l’anno dopo pubblica L’Erba Voglio di Elvio Fachinelli – nell’accidentata e affascinante parabola di Gianni Celati rappresenta una specie di buco nero. Una “parte maledetta” che ora l’autore riscrive da cima a fondo. Demistificato tutto ciò che si poteva umanamente demistificare, i ragazzi concludono che «con le parole è possibile giocare in infiniti modi, e questo è uno. È possibile anche smettere di giocare». Siamo nel maggio del ’77. Alice esce contemporaneamente al libro-chiave di Celati, "Lunario del paradiso": nel marzo del ’78. Al Carnevale, non solo a Bologna, succede la Quaresima. La festa è finita. Cade un silenzio di piombo.

fuoriformato Collana di testi italiani contemporanei diretta da Andrea Cortellessa