Sinossi

Ristampa 2015 in brossura, dell'edizione del 1992

L’impero accadico crolla sotto l’urto di popolazioni di livello sociale e culturale inferiore. La civiltà sumero-accadica però continua in forme anche più grandiose e la sua eredità culturale conserva immutata la sua forza vitale in un processo storico caratterizzato da una forte continuità, in una evoluzione in cui i nuovi apporti rinvigoriscono la tradizione. Risultato di un processo di elaborazione secolare, risalente in ultima origine fino alla fase finale della preistoria, l’età accadica è al tempo stesso inizio del nuovo corso delle manifestazioni della fine del III e di tutta la prima metà del II millennio. L’arte e l’architettura della Babilonia, erede di Sumer e di Accad, si nutrono ancora della linfa della cultura sumero-accadica pur con le trasformazioni introdotte dagli Amorrei. I grandi eventi storici della seconda metà del millennio, dopo la fine della dinastia di Hammurabi, inseriscono la Mesopotamia in un complesso gioco di rapporti con le regioni vicine. La formazione dell’impero di Mitanni nell’area siro-mesopotamica introduce nuovi elementi culturali di cui si appropriano in vario modo sia la Babilonia dei Cassiti, sia l’Assiria. Qui si sviluppa ora una cultura specificamente assira nella definizione delle forme della società e del pensiero, pur in stretto rapporto con la Mesopotamia meridionale. Manifestazioni grandiose accompagnano le fortune politiche dell’Assiria soprattutto nei primi secoli del I millennio. La reggia che ogni grande sovrano costruisce risplende dei riflessi della maestà regale negli spazi immensi delle sale di rappresentanza e nelle raffigurazioni a rilievo che ne rivestono le pareti. In particolare lo sviluppo del rilievo narrativo assiro rappresenta per originalità e felicità dei risultati uno dei vertici dell’arte antico-orientale. A quest’arte imperiale assira Babilonia contrappone invece nell’ultimo gigantesco programma di rinnovamento edilizio una visione dominata da simboli che è l’essenza della sua millenaria tradizione.

Autore

Già ordinario di Archeologia e Storia dell’arte del Vicino Oriente antico, Antonio Invernizzi ha ricoperto la carica di Direttore Scientifico del Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino e ne è stato Presidente fino al 2010. Oggi è Professore Emerito presso l’Ateneo di Torino e socio dell’Accademia delle Scienze di quella città.