La Maalga e i Porti Punici di Cartagine

Una città e il suo territorio dalla fondazione fenicia alla dominazione romana

Collana: Monografie di Mesopotamia, 10
2008, XII + 198, con oltre 110 foto e ill. in b/n e col. pp.
Temi: Archeologia - Preistoria
ISBN: 9788860871671

Edizione cartacea

  • Brossura € 130,00  € 123,50

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Sinossi

Prefazione di Giancarlo PaolettiPremessaQuesto volume nasce nell'ambito del progetto intergovernativo italo-tunisino Parco Culturale e Ambientale della Maalga e dei Porti Punici, avviato nell'ottobre 2003 e conclusosi nel dicembre 2005. Tale progetto, che ha visto la partecipazione del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino, del Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto Tecnologie Applicate ai Beni Culturali, del Parco Regionale dell'Appia Antica e dell'Institut National du Patrimoine de Tunis, ha avuto i suoi punti di forza innanzitutto nella creazione di strumenti di spiccato carattere culturale-storico, atti a valorizzare, tutelare e gestire il patrimonio archeologico dei due siti oggetto di indagine. Nel facilitare la comprensione del contesto storico (con particolare riguardo per lo studio dell'impianto urbanistico e, soprattutto, territoriale della Cartagine punica, tutt'oggi ancora poco noto) si sono inoltre poste le basi per conseguire risultati tangibili per potenziare il turismo culturale e il marketing territoriale dell'intera area di Cartagine, sopratttutto attraverso una proposta di realizzazione di uno spazio verde di immediata riconoscibilità, atto ad attrarre non solo il turismo di massa, ma anche quello locale del Grand Tunis.L'analisi e la gestione della pluralità di valori insita nell'area oggetto di esame risulta la mission principale di tale progetto, nato come aspetto specifico del più ampio programma del Parco Nazionale di Cartagine-Sidi Bou Said, le cui perimetrazioni e destinazioni d'uso dei terreni sono stati definiti con il supporto dell'UNESCO negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, ed ha per tale ragione necessitato di un dialogo aperto e continuo tra competenze diverse (archeologi, economisti, geofisici, botanici, urbanisti, informatici, topografi) al fine di vagliare i molteplici scenari possibili.Il sito di Cartagine, comunque e prima di tutto, offre, per le sue lunghe e articolate vicende storiche, un terreno fertile per l'indagine storico-archeologica. In particolare, la fascia della Maalga, dove il progetto si è incentrato nel dettaglio, risulta essere una zona basilare nella storia del grande centro, in quanto area di raccordo tra città urbanizzata (sia in età punica sia in età romana) e il fertile entroterra, interessato da frequentazione antropica in età punica, romano-imperiale e tardoantica, vandala e bizantina. L'area dei c.d. Porti Punici, poi, offre un interessante e – allo stato attuale della ricerca – pressoché unico, esempio di opera monumentale e funzionale di epoca punica, riconosciuta come di importanza strategica nodale nelle fonti letterarie antiche e registrante una continuità di vita – pur con una parziale variazione della destinazione d'uso – per tutta l'età classica.Entrambi i settori, per a valorizzati, ma estremamente importanti nella ricostruzione storica della regione, risultano quindi scenari privilegiati per una definizione di alcuni momenti portanti della storia della Cartagine punica prima, romana e cristiana poi: l'organizzazione agraria dell'entroterra cartaginese, con un'articolazione in appezzamenti agricoli di varie dimensioni, che prelude a quella romana, il circuito difensivo della Cartagine punica, dettagliatamente descritto dalle fonti e in parte riscontrabile dai dati materiali sul terreno, il sistema agrario di epoca primoimperiale chiaramente leggibile dalle immagini telerilevate e centrale per la storia degli studi sulla centuriazione nell'antichità e, infine, i percorsi funerari-religiosi di epoca cristiana, costituiscono solo alcuni punti di una ricerca che, al di là dell'intervento pratico, organizzativo-funzionale, della creazione del Parco, ha teso ad offrire un valido supporto storico.Per perseguire e giungere a tale risultato storico – o quanto meno a un punto di partenza per formulare nuove proposte di ricerca storica –, il lavoro dell'equipe archeologica, in collaborazione congiunta con i settori geofisico, topografico, urbanistico ed economico del progetto, si è quindi articolato nell'arco di quasi tre anni (2003-2005) attraverso uno studio sistematico del territorio sia direttamente sul campo (con missioni di ricognizione e analisi dei materiali sul sito di Cartagine), sia tramite l'elaborazione dei dati (ricerche bibliografiche, creazione e gestione della banca dati archeologica e bibliografica, creazione di mappe del rischio archeologico, etc.).Il risultato è stato un progetto poliedrico, ricco di sfumature e di punti di vista, sempre comunque basato su un'attenta analisi della documentazione materiale disponibile, letta ed elaborata da professionalità diverse che hanno lavorato in grande sinergia.Una ricerca articolata e diversificata, quindi, che molto deve alla volontà, all'entusiasmo, al rigore scientifico e all'intuizione del Professor Giorgio Gullini, che ne propugnò strenuamente la nascita e al cui ricordo questo lavoro, che ne è idealmente una conclusione metodologica, è dedicato.Elisa Panero