G. Testori

La cenere e il niente

Scritti per Varlin

Collana: Atelier, 15
2009, 96, con illustrazioni in b/n pp.
Temi: Arte e Architettura
ISBN: 9788860872753

Edizione cartacea

  • Brossura € 14,00  € 13,30

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Sinossi

Collana diretta da Stefano Crespi Con il titolo La cenere e il niente. Scritti per Varlin si viene quasi a presentare, nella collana, un trittico novecentesco, consequenziale di Giovanni Testori sull’arte del Novecento, accanto ai due libri precedenti: La cenere e il volto. Scritti sulla pittura del Novecento, La cenere e la carne. Scritti sulla scultura del Novecento (con prefazione di Vittorio Sgarbi).Un viaggio psichico, tematico, espressivo nell’arte del Novecento dove la scrittura è accadimento vissuto, evento nella dialettica senza fine della luce e dell’ombra. Luogo e non luogo di questi testi testoriani è Bondo (Canton Grigioni – Svizzera) dove la pittura di Varlin arriva a una «grande deflagrazione», ultima soglia, congedo.Nella scena oggettuale, incorporea, Giovanni Testori ama richiamare la grande triade in figura: l’indicibile interiorizzazione di Giacometti, la tragica immanenza di Bacon, la sconfinata lingua del corpo di Varlin.Giovanni Testori nasce nel 1923 a Novate Milanese. Compie gli studi al Collegio Arcivescovile S. Carlo di Milano, si laurea in Lettere all’Università Cattolica. Un’esistenza apparentemente spoglia di avvenimenti esteriori, ma tutta presa da un immenso lavoro creativo (narrativa, teatro, poesia, critica d’arte). Quasi ogni giorno si recava in treno al suo studio di Milano, in via Brera. Un viaggio (grigio su grigio) nella periferia di Milano, una sorta di «qui del mondo», condizione e metafora della sua scrittura, divaricata, eccentrica, tra amore e un phatos sdegnoso, radicata nelle problematiche profonde dell’arte e dell’esistenza. Nel 1978 assume l’incarico di critico d’arte al «Corriere della Sera». Dopo lunga malattia si spegne a Milano il 16 marzo 1993.

Autore

Giovanni Testori nasce nel 1923 a Novate Milanese. compie gli studi al Collegio Arcivescovile S. Carlo di Milano, si laurea in Lettere all’Università Cattolica. Un’esistenza apparentemente spoglia di avvenimenti esteriori, ma tutta presa da un immenso lavoro creativo (narrativa, teatro, poesia, critica d’arte). Nel 1978 assume l’incarico di critico d’arte al «Corriere della Sera». Dopo lunga malattia si spegne a Milano il 16 marzo 1993.