

Prefazione di Francesco PerfettiEugenio Dollmann, colonnello delle SS e uomo di fiducia di Heinrich Himmler, fu un punto di riferimento della società culturale, politica e diplomatica italiana e tedesca e tramite dei loro rapporti. Nei giorni frenetici e drammatici che precedettero e seguirono la caduta del fascismo, quest’uomo di bell’aspetto, biondo, elegante, dall’eloquio brioso e frizzante fu testimone e, in qualche caso, protagonista della fine del regime. Personalità amletica, ambigua, divisa tra spregiudicatezza politica e slanci di generosità, Dollmann aveva il gusto del potere e il piacere dell’intrigo inteso come strumento per la conquista e l’esercizio del potere.
Eugenio Dollmann (1900-1985), rientrato in Germania nel 1952, ha pubblicato, nel secondo dopoguerra, diversi volumi di memorie, che costituiscono una fonte storica importante tra i quali Roma nazista (1948), L’Eroe della paura (1955 ), Un libero schiavo (1968).

Sfide a sinistra
Danilo Breschi, Zeffiro Ciuffoletti
Frammenti di fascismo
Giuseppe Pardini
I Garibaldi dopo Garibaldi
AA.VV.
Miti e ideologie
G. Bedeschi
Il nazista che salvò gli ebrei
Andrea Vitello