Sinossi

Dall’inizio degli anni Trenta Luigi Broggini ebbe lo studio a Milano in Corso Garibaldi. Nella vita e nell’espressione dell’artista il Corso diviene l’orizzonte emblematico, la contrada dell’anima.Come in una sola emozione, in una frase senza fine, qui sembrano coniugarsi scultura e poesia, il visibile e l’invisibile. Nei giorni uguali ai giorni, nelle ore uguali alle ore, il tempo è attraversato, con tocchi improvvisi, da figure femminili dolci, feriali, nella stessa musica dei loro nomi. Esonerate dal simbolo, vivono queste figure in un gesto, in un incanto, in un sorriso, in un attimo che già scompare nell’ombra della sera, È la stessa amorosa, disperante declinazione della scultura.Si veda nel libro la sequenza delle carte dipinte: dalle visioni della scuola romana, agli interni, al lascito acutamente esistenzialistico della figura femminile, «Estremismo del cuore», ha scritto Vittorio Sereni; una struggente «irripetibilità di poeta», ha scritto Giovanni Testori.

Autore

Luigi Broggini nasce nel 1908 a Cittiglio (Varese). All’Accademia di Brera di Milano segue i corsi di scultura di Adolfo Wildt. Il suo orizzonte artistico e intellettuale trova un’apertura in alcuni viaggi e soggiorni: a Parigi (nel 1929) dove conosce alcuni protagonisti del Novecento; a Roma (nel 1932) dove entra in contatto con la situazione della scuola romana. Nel 1962 è presente con una sala personale alla Biennale di Venezia nella quale espone anche Alberto Giacometti con cui ha una frequentazione. Si spegne a Milano nel 1983. Riposa nel cimitero di Ligurno.