Sinossi

A cura di Paola AllegrettiLa nuova Edizione Nazionale di Fiore e di Detto d’Amore, curata da Paola Allegretti per la Società Dantesca Italiana, si affianca all’edizione del 1984 curata da Gianfranco Contini, da tempo non più in commercio. Questa nuova edizione critica aggiorna, e in parte modifica, l’edizione di Contini in alcuni importanti aspetti. Si interpretano infatti in modo nuovo segnalate particolarità del testimone manoscritto: i sonetti su due colonne continue di scrittura (come avviene per le copie del Roman de la Rose); una riga bianca lasciata tra il sonetto Quand’ i’ vidi i marosi sì ’nforzare (33) e il sonetto Pianto, sospiri, pensieri e afrizione (34), in corrispondenza del passaggio tra prima e seconda parte del Roman de la Rose (c. 115r); la specchiatura della carta, tipica dei detti di scuola brunettiana, che è riservata non solo al Detto d’Amore ma anche al Fiore. Si rendono visibili le rime interne dei sonetti e si mantengono le rime equivoche anche nel Fiore. In generale, si riconsidera la questione del rapporto tra testo dell’autore e innovazioni del copista, che è poi il problema specifico di un testimone unico, qui escusso sulla base di tanti criteri concorrenti: la tipologia del volgarizzamento, il modello oitanico, la parodia biblica, la tecnica poetica del volgarizzatore, la sua cultura, giuridica, latina e volgare. Il testo duecentesco è affiancato da una traduzione in italiano corrente. Tra gli apparati della nuova edizione, l’Indice dei nomi propri di luogo, persona, personificazioni e opere è una piccola enciclopedia dei due poemetti.

Autore

Dante Alighieri (Firenze, 1265 – Ravenna, 13 settembre 1321) è stato un poeta, scrittore e politico italiano. È considerato il primo e più grande poeta della lingua italiana e per questo definito "il sommo poeta", o "il vate" (ovvero "il profeta", anche se questo soprannome viene più spesso affibbiato al poeta Gabriele d'Annunzio). Per aver tenuto a battesimo l'utilizzo letterario della lingua volgare viene anche considerato "il padre della lingua italiana". La sua opera principale, la Divina Commedia, è il maggior poema della letteratura italiana ed è considerata uno dei capolavori della letteratura universale.Ebbe una vita per molti versi travagliata e morì in esilio.Il suo nome era, secondo la testimonianza di Jacopo Alighieri, un ipocorismo di "Durante": «Durante, olim vocatus Dante». Nei documenti, al nome di Dante può seguire il patronimico "Alagherii" o il gentilizio "de Alagheriis", mentre la variante "Alighieri" si afferma solo con l'avvento di Boccaccio.