Traduzione italiana di Silvia GeraciQuesto libro riposa su una decisione e punta su una scommessa: che oggi sia possibile leggere filosoficamente i padri della Chiesa e i medievali, anche per quel che riguarda gli oggetti propri della teologia. Non si è di certo attesa la fenomenologia per interrogare nuovamente il corpus della teologia, né si sono attesi i testi patristici e medievali per scoprire un’inedita posizione fenomenologica. Resta, però, il fatto che il rapporto dell’una con l’altra – della filosofia patristica e medievale con la fenomenologia – è decisivo quanto esemplare. Non ci si accontenterà, in quest’opera, di sondare le radici patristiche e medievali della fenomenologia, ma si farà lavorare la fenomenologia stessa nel corpus della teologia, per mostrarvi ciò che forse né l’una né l’altra hanno ancora mai visto: la possibilità ultima di descrivere fenomenologicamente i modi di manifestazione della teologia, finanche nel vissuto interno dei testi della tradizione, oggi da (ri)scoprire. Indipendentemente dal loro significato effettivo, i concetti teologici si traducono in termini filosofici che la fenomenologia deve legittimamente interrogare: relazione e sostanza nella trinità e onto-teologia (Agostino), teofania e apparizione del fenomeno (Giovanni Scoto Eriugena), distacco e riduzione (Meister Eckhart), creazione di Adamo e visibilità della carne (Ireneo), incarnazione cristologica e spessore del corpo (Tertulliano), conversione dei sensi e intercorporeità (Bonaventura), comunione dei santi e genesi della comunità (Origene), trattato sugli angeli e intersoggettività (Tommaso d’Aquino), appello del nome e singolarità dell’altro (Duns Scoto). Il metodo o il cammino vale sempre più del risultato, a patto che ci si lasci guidare. Tale è l’obiettivo della nostra “pratica fenomenologica della filosofia medievale”, qui giustificata quanto esercitata.I concetti Dio, la carne e l’altro appartengono certo, e in modo esemplare, al campo della fenomenologia contemporanea, ma trovano nel corpus della filosofia patristica e medievale non solo il luogo in cui radicarsi, ma anche ciò che può rinnovarle. È con questo tentativo che la presente opera vuol misurarsi, lasciando ad altri il compito di tornare sul suo impatto e di provare a trasformarlo.
Emmanuel Falque, Decano della Facoltà di Filosofia dell’Institut Catholique di Parigi, è specialista di filosofia della religione, filosofia patristica e medievale, fenomenologia. Tra le sue opere, tradotte già in varie lingue, ricordiamo: Métamorphose de la finitude (2004, trad. it. Metamorfosi della finitezza, San Paolo 2014), Le passeur de Gethsémani (1999); Saint Bonaventure et l’entrée de Dieu en théologie (2000); Les Noces de l’Agneau (2011), Passer le Rubicon (2013), Le combat amoureux, Disputes phénoménologiques et théologiques (2014).