Sinossi

Questo libro esplora la possibilità di riflettere da un punto di vista filosofico sulle multinazionali farmaceutiche e sul nesso tra esse e i diritti umani. Si tratta di un esperimento filosofico-politico attraverso il quale si vuole dimostrare l’esistenza di una esigenza universale alla salute che permetta di oltrepassare la dicotomia della tradizione liberale tra relativismo e universalismo dei diritti umani. Tale esigenza si manifesta come un prius logico che fa sì di considerarla il diritto umano per eccellenza, piuttosto che il classico diritto sociale. Tuttavia, tale diritto è ostacolato e reso difficile dalle logiche economico-politiche delle Big Pharma che riducono il bene del farmaco a un puro prodotto commerciale. In Occidente, ciò si manifesta nel circolo vizioso che si instaura tra pazienti, medici e case farmaceutiche alimentato e voluto da tutti e tre gli attori. In mancanza di una trattazione filosofica sistematica sull’argomento, le fonti qui consultate sono caratterizzate dall’apertura verso una varietà di ambiti disciplinari che sono stati ricondotti, tuttavia, ad una unità filosofica: medici, giornalisti scientifici, filosofi, sociologi, economisti, giuristi, psicologi, attivisti, ex dirigenti di note case farmaceutiche.

Autore

Paola Russo è dottoranda in Filosofia delle scienze sociali e della comunicazione simbolica presso l’Università degli Studi dell’Insubria (Varese-Como). Ha collaborato a volumi collettanei con saggi riguardanti il rapporto tra filosofia politica e medicina (Diritti, salute e distribuzione di risorse. Forme occidentali e africane in Chi dice universalità, a cura di R. Cammarata, 2011; I confini politici e simbolici dell’accesso globale alle cure, in Giustizia globale. Problemi e prospettive, a cura di F. Sciacca, 2011). Si occupa di filosofia politica, ontologia sociale e metafisica.