Sinossi

La coscienza di Berto attraversa la produzione letteraria dello scrittore di Mogliano Veneto, alla ricerca della sua coerenza e della sua cifra narrativa. Fin dalle prime prove, emerge come il romanziere, inguaribile bastian contrario, abbia prestato la sua penna ai vinti, della storia così come della politica, della società, della religione, della vita. Centrale risulta certamente l’opera che l’ha consacrato, Il male oscuro, ma finalmente si rivalutano e si riconsiderano anche le altre, dalla Colonna Feletti alla Gloria, sua ultima fatica. Si scopre come la scrittura abbia rappresentato per Berto, in ogni stagione della sua vita, il farmaco, la cura del suo “male oscuro”, quello «di cui le storie e le leggi e le universe discipline delle gran cattedre – scrive Gadda – persistono a dover ignorare la causa, i modi: e lo si porta dentro di sé per tutto il folgorato scoscendere d'una vita, più greve ogni giorno, immedicato».

Autore

Paola Culicelli, già dottore di ricerca e assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi “Roma Tre”, ha pubblicato una preziosa monografia su Giuseppe Berto (La coscienza di Berto, Le Lettere, Firenze, 2012), le lettere inedite di Montale a Esterina Rossi e un saggio biografico su Sergio Campailla. Si è occupata inoltre di Michelstaedter, d’Annunzio e Pirandello. Attualmente è docente nella scuola secondaria.