

Prefazione di Leandra D'AntoneCome guidata da un filo d’Arianna, l’autrice esplora il labirinto della formazione di Giorgio de Chirico e del fratello Savinio: un’avventura umana e intellettuale, che muove da una cultura in cui l’antico e la tradizione giocano un ruolo centrale. Quasi moderni Dioscuri, i due si affacciano all’Europa con un bagaglio di esperienze e di memorie che si sovrappongono senza cancellarsi. Giovanna Rasario, con la sua sensibilità d’artista, coglie in particolare nei dipinti di de Chirico una “grecità malinconica e ambigua” che rappresenta il cardine di tutto il suo percorso intellettuale. Ma il racconto si sviluppa soprattutto attraverso una lettura “dal vivo” di luoghi della memoria, di lettere e documenti anche inediti. Sulla loro base si costruisce una microstoria che precisa la sua valenza collocandosi all’interno della “grande storia”. Nel libro sono indagati i rapporti di de Chirico con Léonce Rosenberg, Luigi Bellini e Giorgio Castelfranco, offrendo così una lettura nuova sul rapporto dell’Artista con galleristi e prestigiosi rappresentanti del collezionismo moderno. In un arco temporale che va dal 1926 al 1929 – nell’epoca del “ritorno all’ordine” – la corrispondenza Rosenberg-de Chirico è il breviario fornito da un gallerista al suo artista in tempi di crisi. Luigi Bellini, antiquario fiorentino, si apre all’arte contemporanea proprio tramite l’incontro con de Chirico, che invece trae da lui l’interesse per la scultura. Il carteggio con Castelfranco, “caro mecenate”, si conclude nel pieno delle leggi razziali del fascismo: lo storico dell’arte, alienando la sua collezione dei dipinti di de Chirico, riuscirà a salvare i figli mandandoli in America.
Giovanna Rasario è storica dell’arte e pittrice. Formatasi alla scuola di Giulio Carlo Argan, è stata funzionario presso il Polo Museale Fiorentino; presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze ha diretto il settore sculture lignee (“Il cavaliere da San Cassiano”, “Il Cristo ligneo dell’Orcagna”). Vice direttrice al Museo di San Marco, ha scritto testi sulle miniature avignonesi e sulla Biblioteca di Michelozzo, mentre a Pisa si è occupata di decorazione nel Settecento. Dopo una parentesi di docenza universitaria, negli ultimi anni si è dedicata all’arte contemporanea. È autrice di saggi per la rivista «Metafisica. Quaderni della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico».

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