

Curzio Malaparte fu un personaggio fuori del comune: grande scrittore sempre al centro della scena artistica, politica, culturale e mondana, legò il suo nome non solo a capolavori come Kaputt e La Pelle, ma anche a una vita vissuta con intensità eccezionale all’insegna di contraddizioni e polemiche. Personalità complessa ed enigmatica fu, di volta in volta, fascista intransigente e oppositore del regime, strapaesano e novecentista, cortigiano e frondista, sempre, comunque, protagonista e testimone delle grandi tragedie del Novecento. Fra coloro che lo conobbero a fondo e lo frequentarono a lungo vi fu il pittore Orfeo Tamburi, che collaborò con lui curandone la rivista Prospettive e illustrandone molte opere. Il sodalizio fra i due, che si conobbero nel 1937, durò praticamente fino alla morte di Malaparte. Nei suoi ricordi, scritti con grande immediatezza e con gusto dell’aneddoto, Tamburi descrive – son parole sue – «Malaparte com’era e come pochi lo hanno conosciuto» perché «con gli altri spesso recitava o, meglio, si divertiva a mascherare la realtà che, forse, trovava troppo piatta».
Orfeo Tamburi (Iesi 1910 – Parigi 1994) è stato un grande pittore formatosi nell’ambiente della cosiddetta «scuola romana» ma di sensibilità cosmopolita. Il suo linguaggio artistico caratterizzato da calde intonazioni cromatiche sviluppato soprattutto nei ritratti e nelle vedute urbane gli assicurò un successo internazionale. Stabilitosi a Parigi nel 1947 sviluppò, accanto all’attività pittorica, un intenso lavoro nei campi della scenografia e della illustrazione di libri e riviste.

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