

I rapporti tra Italia e Germania si caratterizzano da sempre per una certa dose di ambivalenza: dietro all’aspirazione alla conoscenza e all’intesa si celano sovente il sospetto e l’incomprensione. Gli italiani, per parte loro, hanno sempre avuto un atteggiamento di amore-odio per il mondo tedesco. Dietro agli stereotipi, positivi e negativi, che influenzano l’attuale visione italiana del mondo tedesco si nasconde una storia articolata e complessa. Questo volume analizza il momento cruciale in cui la Germania si afferma come polo di riferimento culturale per l’Italia: nell’ultimo trentennio dell’Ottocento la Germania bismarckiana penetra la politica, l’economia e la cultura del Regno d’Italia. Vista inizialmente come fonte di rinnovamento per il paese, l’influenza tedesca viene progressivamente rigettata da porzioni consistenti dell’intellettualità e del mondo politico nazionale. Lo schieramento di Italia e Germania su schieramenti opposti nella grande guerra trasformerà l’antigermanesimo nel paradigma dominante della visione italiana dell’Europa.
Federico Niglia, dottore di ricerca in Storia dell’Europa presso la Sapienza Università di Roma, insegna attualmente Storia delle relazioni internazionali alla LUISS Guido Carli di Roma. È adjunct professor presso la St. John’s University – Rome Campus. Ha all’attivo diverse collaborazioni con enti di ricerca, tra i quali l’Istituto Affari Internazionali. Collabora con «Nuova Storia Contemporanea». È autore, per le nostre edizioni, di Fattore Bonn. La diplomazia italiana e la Germania di Adenauer 1945-1963 (2010).

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