Sinossi

Introduzione di Lucia Lazzerini e Francesca Di MeglioAnnotazioni linguistiche, traduzione, note e glossario a cura di Francesca Di Meglio. Questa prima antologia italiana dedicata all’opera narrativa di Josefina Plá offre al lettore uno spaccato significativo, e talvolta sconvolgente, della società paraguaiana del ’900. Ne emerge un conflitto irrisolto tra culture e lingue diverse – dominante/spagnola e dominata/guaranì – che l’autrice “straniera” osserva con profonda partecipazione emotiva alla vita degli ultimi, quei meticci al cui idioma spesso si apre il castigliano colto dei racconti. Spiccano, tra i personaggi, le donne del popolo: antieroine accomunate da una fatalistica rassegnazione e da un destino immutabile d’obbedienza e di sacrificio. Al loro silenzio, per la prima volta, ha dato voce Josefina Plá.

Autore

Josefina Plá (Fuerteventura, 1903 - Asunción, 1999), poetessa, autrice di racconti, di opere teatrali e di saggi, giornalista e ceramista, fu una figura di spicco nel panorama culturale del Paraguay, dal suo arrivo nel paese sudamericano (1927) fino alla morte. La sua opera narrativa comprende un romanzo (Alguien muere en San Onofre de Cuarumí, 1984), un volume di fiabe per bambini (Maravillas de una villas, 1988), e le raccolte di racconti La mano en la tierra (1963), El espejo y el canasto (1981), La pierna de Severina (1983), La muralla robada (1989). Nonostante sia stata insignita di prestigiose onorificenze internazionali per il rilevante contributo alla cultura ispanica e per la pregevole attività nel campo delle arti letterarie e plastiche, la sua opera narrativa resta poco conosciuta.