Sinossi

Descrivere il corpo significa osservarlo da vicino, scomporne gli attributi, ingrandirne i dettagli, sondarne gli anfratti. Da Edgar Allan Poe a Daniel Pennac, passando per Jeanette Winterson, Shelley Jackson, Tiziano Scarpa, Valerio Magrelli e Michel Tournier, la scrittura si confronta con antiche forme di rappresentazione e moderne tecnologie di riproduzione del corpo. Lo sguardo dissettivo dell’anatomista, la visione radiologica dell’interno e il taglio operato dall’obiettivo fotografico sono gli strumenti d’indagine privilegiati di una minuziosa esplorazione dell’organismo, ma allo stesso tempo sono anche dispositivi di sbriciolamento somatico e testuale. Opere che procedono per frammenti letterari non unificabili e brandelli anatomici non totalizzabili, per dare voce agli incessanti mutamenti della carne, a un corpo ibrido, protesico, difettoso, ferito o tatuato, che disegna un universo assolutamente intimo eppure paradossalmente estraneo.

Autore

Elena Cappellini ha studiato a Bologna e a Siena, dove ha conseguito un dottorato in Letteratura comparata. È autrice di saggi su Michel Tournier, sul fantastico, sull’immaginario radiofonico, fotografico e radiologico, nonché curatrice del volume Femminile plurale e traduttrice.