

A cura di Giovanni Cascio
A quasi un secolo dall’ultima edizione elaborata dal filologo tedesco Paul Piur, il Liber sine nomine viene proposto nella collana ‘Petrarca del Centenario’ profondamente rinnovato sulla scorta dell’intera tradizione manoscritta e a stampa. Si tratta di una delle opere più pregnanti sul piano ideologico che Francesco Petrarca abbia progettato: una silloge di diciannove lettere composte a partire dai primi anni Quaranta ma assemblate solo intorno al 1360, tutte rigorosamente anonime, che sigillano il suo più segreto pensiero sulla crisi che minava la Chiesa del Trecento. Due le più importanti problematiche dibattute: il declino morale della curia avignonese e la vicenda civile e umana di Cola di Rienzo. Il testo latino ha a fronte una nuova traduzione italiana accompagnata da agili note esegetiche, che non solo recano novità in materia di datazioni, identificazioni dei destinatari, rinvii a libri della biblioteca petrarchesca, ma pure cercano di illimpidire gli snodi di un testo che l’autore ha programmaticamente intramato con allegorie e metafore.

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