Sinossi

Vengono raccolti testi, dedicati alla Svizzera, apparsi in varie occasioni lungo gli anni. In una visione d’insieme, la Svizzera, da una parte, appare segnata da un codice della razionalità, di una vita sociale che sembra ritualizzarsi nelle forme rassicuranti. Dall’altra parte, nelle espressioni creative, quasi in una sorta di dialettica, ci si rivela una Svizzera interna, segreta: una Svizzera, dimenticata dalla storia, che sa liberare la carica più dilemmatica del reale. Una dimensione, nelle sue acute testimonianze, come in un nitore desolato.Proprio in questa eccentricità, l’arte e la letteratura, in modo emozionante, arrivano al primordio, al battito della vita, alla frase senza fine. Ricordiamo l’alfabeto di Klee, la figura che cammina in Giacometti, la lingua in Varlin dove tutto è “ritratto”. Nell’orizzonte letterario, in Walser, Frisch, Dürrenmatt, conta anche il bianco inafferrabile tra le parole.

Autore

Stefano Crespi è nato a Magnago, in provincia di Milano, nel 1941. Dopo gli studi nei Seminari, si è laureato in Lettere all’Università Cattolica di Milano, con una tesi in storia e critica del cinema. Dal 1972 al 1976 è stato consigliere d’amministrazione del Piccolo Teatro della Città di Milano nella direzione di Giorgio Strehler. Ha collaborato con varie testate giornalistiche: «Il Sole – 24 Ore», «Corriere della Sera», «Corriere del Ticino» nella Svizzera italiana. Per questa Casa Editrice Le Lettere dirige la collana Atelier che conta finora 24 titoli. Nell’orizzonte del contemporaneo, nei vari contributi tra arte e letteratura, ha curato mostre e tema: il volto, la malinconia, cieli, in figura, immagine femminile, Atelier. Tra le pubblicazioni, si menziona un diario, Nel colore del tempo, uscito nel 1981, per le edizioni La Locusta di Vicenza.