

«Il problema puramente letterario del finale - scrive Jurij Lotman - ha un analogo nella realtà nel problema della morte». Nessun secolo come il Novecento ha saputo nutrire meglio questa analogia, ritualizzando la scrittura ed esorcizzando la sua fine a tal punto da mettere in crisi la relazione tradizionale fra opera e testo. Discutendo autori fra loro distanti per impostazione e indirizzi, questo studio analizza un campione eterogeneo di testi in un periodo specifico della letteratura italiana che va dal 1973 al 1979. In forme e modi tra loro diversi, Calvino, Pasolini, Bazlen, Parise e Cattafi (cui sono dedicati i cinque saggi che compongono il volume) si pongono al limite tra ciò che è e non è ancora un'opera, dove la vita del testo e quella di chi scrive si avvicinano senza mai toccarsi, attraverso un movimento asintotico che offre la possibilità di una definizione nuova di quel processo incolmabile che è la scrittura.
Diego Bertelli (Pietrasanta, 1977) vive e lavora a Firenze. Suoi articoli e saggi sono usciti su riviste italiane e internazionali, fra cui «Paragone», «La Rassegna della letteratura italiana», «Poesia», «MLN» e «Forum Italicum». Ha pubblicato la monografia Viaggio al termine della scrittura. Calvino Pasolini Bazlen Parise Cattafi (Le Lettere 2017). Ha curato il volume: Tutte le poesie" di Bartolo Cattafi. È redattore della rivista «The Florentine». Dirige la collana "novecento/duemila" per Le Lettere insieme a Roul Bruni.

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