Nel 1982 l’Argentina – paese alleato degli Stati Uniti attraverso il Patto di Rio – invase le isole Falkland, un territorio d’Oltremare del Regno Unito, rivendicato da Buenos Aires sin dal XIX secolo. Margaret Thatcher, l’allora Primo Ministro britannico, rispose con vigore e la Gran Bretagna – alleato NATO degli USA – riuscì a riconquistare le isole e a ristabilire lo status quo ante. Il conflitto va inquadrato nella cornice della “seconda Guerra Fredda”. Il confronto tra USA e URSS fu particolarmente aspro nei primi anni Ottanta e la logica bipolare influenzò le dinamiche diplomatiche della guerra del 1982. Da un lato, l’Emisfero occidentale era al centro della rinnovata strategia americana anti-comunista, della quale l’Argentina era il pilastro nel Cono Sud. Dall’altro lato, il rafforzamento della “speciale relazione” anglo-americana costituiva la pietra angolare della strategia statunitense in Europa. Con questo sfondo, è naturale domandarsi quale ruolo Washington scelse di giocare nella guerra delle Falkland tra due dei suoi alleati.
Davide Borsani è Dottore di ricerca in Istituzioni e Politiche, Università Cattolica del Sacro Cuore, dove è anche Cultore della Materia in Storia delle Relazioni e delle Istituzioni Internazionali, Storia dei Trattati e Politica Internazionale e Storia delle Relazioni Politiche tra il Nord America e l’Europa. È inoltre Research Fellow per il programma Sicurezza e Studi Strategici dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI).