Sinossi

Il forte e diffuso interesse per la lingua e la linguistica ha certo contribuito a che la critica letteraria si facesse sempre più attenta allo stile degli autori, fino a diventare critica, oltre che stilistica, linguistica. Da ciò il rinnovato approccio alla manzoniana ricerca, in un primo tempo, di una prosa italiana adatta a un romanzo di cui fossero protagonisti gli umili, poi di una lingua che fosse unica e unitaria per tutti gl’italiani parlanti e scriventi; e il crescente grandeggiare della statura di un Manzoni teorico della lingua, grammatico e lessicografo novatore. Da ciò la recente pubblicazione in ottima edizione critica dei suoi scritti e appunti linguistici che documentano il lavorio di ricerca e di correzione per il testo definitivo dei Promessi Sposi, e la rivalutazione di quei dizionari della lingua parlata da lui auspicati e oggi apprezzati come rara testimonianza di una sincronia idiomatica e come strumento d’interpretazione. Di uno di essi, forse il migliore, fu autore il pistoiese Policarpo Petrocchi, estroso scrittore di memorie e di fiabe oltre che lessicografo e grammatico, il quale consacrò l’ultima parte (1893-1902) della sua non lunga vita a un commento dei Promessi Sposi composto di note storiche ed estetiche ma prevalentemente linguistiche; queste ultime rivolte soprattutto a motivare le correzioni alla prima edizione del romanzo (1827), mostrandone sia l’adeguamento all’uso del fiorentino corrente, sia le ragioni stilistiche. Tale commento, condotto sul paragone di una diretta esperienza della materia linguistica, costituisce a un tempo una insostituibile testimonianza e il punto avanzato di una lettura testuale che, sommersa dalle letture idealistiche, ideologiche e sociologiche, solo in tempi recenti è riemersa con più sottile e agguerrita strumentazione. Si deve ad essa se il commento di Petrocchi, imponente per impegno e per mole ma vivo di una scrittura ardente e battagliera, è visto oggi, con occhi nuovi, come prezioso e attuale compagno di una moderna lettura del capolavoro.

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