All'ombra di Pietro

Il libro ricostruisce il complesso e contraddittorio atteggiamento della Santa Sede di fronte al fascismo nel periodo che va dalla Conciliazione alla morte di Pio XI. In particolare sono studiate la figura del Cardinale Pietro Gasparri, segretario di Stato vaticano fino al febbraio 1930, e il suo progressivo avvicinamento al fascismo negli ultimi anni della sua vita; quelle di due eminenze grigie della politica vaticana, quali Mons. Giuseppe Pizzardo, segretario degli Affari ecclesiastici straordinari, uno dei maggiori e più aperti antagonisti di Mussolini riguardo l’autonomia delle organizzazioni cattoliche, e il gesuita francese Mons. Michele d’Herbigny, presidente della Commissione pro Russia, il quale, nel 1934, fu costretto da Pio XI alle dimissioni perché coinvolto nell’attività di spionaggio in favore dell’Unione Sovietica del suo segretario, Padre Alessandro Deubner, un russo ortodosso passato al cattolicesimo. Sono inoltre tratteggiati i profili politici di diversi membri della gerarchia ecclesiastica e di alcune personalità laiche del Vaticano, come, ad esempio, il Conte Giuseppe Dalla Torre, direttore dell’«Osservatore Romano», fiero oppositore del fascismo e Francesco Pacelli, il maggiore collaboratore di Pio XI nella stesura del Concordato e del Trattato Vaticano. Nell’introduzione l’autore individua i principali informatori della Polizia fascista, reclutati negli ambienti della stampa cattolica e tra i prelati vaticani, le cui informative costituiscono la fonte documentaria principale di questo lavoro.