Con testo a fronte Il Fracastorius sive De anima, scritto da Girolamo Fracastoro (1478-1553) intorno al 1549, è l'ultimo di una trilogia di dialoghi (dopo il primo sulla poetica ed il secondo sulla conoscenza) che affrontano, nel loro insieme, il tema della natura umana, esaminata nelle sue capacità conoscitive e nelle sue interrelazioni con il cosmo e con una realtà sovrannaturale di fronte alla quale il processo speculativo si mostra, alla fine, inadeguato. Il progetto fracastoriano, che si inserisce all’interno di una quasi inesausta serie di interrogativi che l'autore pone a se stesso, a conclusione della sua esperienza di vita e di cultura, si concentra sul problema della creazione poetica e della speculazione filosofica, posto in primo piano dalla diffusione della Poetica di Aristotele e dai dibattiti che ne seguirono, per aprirsi poi alle fondamentali questioni della natura del cosmo e della stessa interiorità umana. L’uomo è proiettato in un confronto con la natura e con Dio stesso che lo vede, alla fine, vincitore, grazie al completamento della speculazione razionale con la fede cristiana. L’immortalità individuale si propone in tal modo come condizione per soddisfare l'inesauribile desiderio di conoscenza del divino. L'anima umana viene inserita in una “aurea catena” di nessi ontologici, per mezzo dei quali l'intero universo si connette a quel Principio dal quale si è originato. E il diretto rapporto tra Dio e l’uomo che rende possibile il superamento della rigida causalità che regola il vivente organismo cosmico, dando così un senso completo e definitivo alla ricerca fracastoriana, poetica e filosofica, nella raggiunta certezza di un unica realtà divina, dalla quale tutto proviene e che tutto attrae a sé.