Sinossi

Una lunga lettera d'amore alla donna amata, da poco scomparsa, un lungo colloquio, un ultimo tenero incontro per raccontarsi la vita trascorsa.Potrebbe essere una storia come tante ce ne sono e ce ne saranno: di amore e di morte, di affetti spezzati anzitempo e di affanni senza speranza, se la penna di chi scrive non fosse quella di Barna Occhini, scrittore, saggista, storico dell'arte, che trasforma questa lunga Lettera a te in un romanzo nel quale i protagonisti rispondono ai nomi di Giovanni Papini con la moglie Giacinta, Viola Papini Paszkowski, Ilaria Occhini, Ardengo Soffici, che nel testo compaiono semplicemente come il padre, la madre, la sorella, la figlia, l'amico del padre. Nessun nome proprio, solo il grado di parentela o di amicizia rispetto alla destinataria di questa Lettera, Gioconda Papini, donna la cui eccezionale bellezza è fermata in tante fotografie (che arricchiscono questo volume), e da un bel ritratto fattole da Primo Conti. Un solo nome compare, e una volta soltanto: Gioconda, ultima parola-invocazione accorata in questo testo rimasto inedito per quasi mezzo secolo e che Simonetta Bartolini ha recuperato e curato per la stampa.Un romanzo che è un atto d'amore e insieme un documento storico: i protagonisti hanno infatti un posto importante nella nostra storia letteraria e politica.

Autore

Barna (Carlo Luigi) Occhini nasce ad Arezzo nel 1905. Dopo aver compiuto gli studi giuridici preferisce seguire la passione per la storia dell'arte. Nel 1932 sposa Gioconda, la figlia secondogenita di Giovanni Papini che, nel 1939, quando assume con Soffici e Bargellini la direzione del "Frontespizio" lo vuole come redattore capo. Fonda le riviste "Italia e Civiltà" (1944) e "Totalità" (1966) e pubblica L'Arte classica e l'Arte italiana (1940-47), Antologia di "Italia e Civiltà" (1971), Mosca-Leningrado. Grandezze e miserie (1972).