

Leggere o rileggere? Come cambia lo stesso libro dalla lettura, probabilmente impetuosa ed emotiva dell’adolescenza a quella mediata dalle sicurezze acquisite nella maturità? E se quelle sicurezze fossero tramontate, come può in effetti accadere, cosa ci dice lo stesso libro attraverso la quiete ma anche il disincanto della vecchiaia? Si può riassumere l’eredità intramontabile di Dostoevskij, di Proust, di Conrad, di Neruda? Che rapporto esiste tra un vecchio scrittore deluso dagli uomini ma eternamente innamorato della vita e gli avvenimenti storici – le guerre passate e presenti, le ribellioni, i crimini di stato? In altre parole, che rapporto c’è tra vita e letteratura? È vero, come voleva Stendhal, che “il romanzo è uno specchio che passeggia lungo la strada”, o piuttosto ci sono autori capaci di sognare il mondo del futuro e anticiparlo nelle loro allucinate costruzioni? Letteratura-verità, letteratura come compenso, o letteratura catartica? Cosa lega per la vita uno scrittore a un lettore? Sarà vero che le letture di ogni generazione continuano a cambiare i significati delle singole opere? Queste e molte altre domande si pone Álvaro Mutis in questi folgoranti testi critici: recensioni di libri, articoli giornalistici, prefazioni a libri di autori che ama da sempre o che lancia come novità imprescindibili, commenti su eventi e personaggi di attualità, raccolti e ordinati dalla sua maggiore studiosa in Italia, Martha Canfield.
Álvaro Mutis Jaramillo è stato uno scrittore e poeta colombiano naturalizzato messicano. Ritenuto tra i maestri della letteratura ispanoamericana, ha ottenuto riconoscimenti e vinto premi in tutto il mondo.

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