

A cura di Filippo Martellucci e Ivanna RosiScritta tra il 1794 e il 1799, quando Chateaubriand era un povero e oscuro emigrato in Inghilterra, questa saga indiana, anteriore al grande successo del Génie du Christianisme (1802), riflette le idee libertarie, la rivolta e le utopie della sua giovinezza. Un avvincente romanzo gotico ricco di immaginazione, proposto per la prima volta in traduzione italiana.Nella prima metà del Settecento, i natchez, tribù pellerossa della Louisiana, dopo essersi ripetutamente ribellati ai coloni francesi, vengono cacciati dal loro territorio, costretti a lunghe peregrinazioni e destinati così ad una progressiva estinzione. Nell'imminenza di questo tragico destino collettivo si svolgono le malinconiche vicende individuali del francese René, naturalizzato natchez, del padre adottivo Chactas, saggio indiano che ha vissuto presso varie popolazioni indigene americane e che ha anche viaggiato nella Francia di Luigi XIV, e di un trio di giovani pellerossa, amici e parenti fedeli di René: il candido ed eroico Outougamiz, la moglie devota, Céluta, l'amica amabile e sensuale, Mila. Il presagio della fine non fa che esaltare la bellezza di queste anime e di questi corpi primitivi, sullo sfondo di un paesaggio dall'esotismo fantastico, sognato come un vasto Eden, attraversato dalle acque abbondanti di un fiume sacro: il Mississippi o Meschacebé.
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