Prefazione di F. Perfetti Il 21 aprile 1944 l’Accademia d’Italia, ritirata ormai a Firenze, aveva assegnato all’unanimità il suo ultimo premio letterario a Vittorio Giovanni Rossi. Il giudizio, tuttavia, fu sovvertito da un intervento politicoletterario del Ministro della Cultura popolare della Repubblica sociale italiana, Fernando Mezzasoma, che, senza neanche informare l’Accademia, d’autorità assegnò il premio all’antifascista Marino Moretti. Da queste contrastate vicende prende avvio una ricerca basata su documenti e carteggi inediti dei maggiori letterati del tempo, che a rebours risale alle origini del “caso Moretti”: alla sua mancata iscrizione all’Accademia d’Italia e alla sua denegata vittoria del “Premio Mussolini” nel 1932 per essere stato tra gli antifascisti firmatari del “Manifesto Croce”.Un caso emblematico del rapporto tra politica e cultura con protagonisti intellettuali come Ojetti, Cecchi, Papini, Valgimigli, Panzini, direttori di grandi quotidiani come Amicucci e Gray, e con Gentile sullo sfondo, impegnato in quello che sarebbe stato il suo ultimo lavoro di organizzatore culturale e l’ultimo premio letterario del fascismo.
Paolo Simoncelli è professore ordinario di Storia moderna presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Roma “La Sapienza”. Ha pubblicato volumi e saggi sulla Riforma protestante in Italia e sulla Controriforma, sul caso Galilei, sul repubblicanesimo fiorentino del ’500, sulla Normale di Pisa durante il fascismo, e la biografia letteraria di Sergio Maldini. Presso la nostra casa editrice ha curato i Carteggi di Gentile con Chiavacci e con Donati; in questa stessa collana ha pubblicato i volumi Renzo De Felice. La formazione intellettuale (2001); Tra scienza e lettere. Giovannino Gentile (e Cantimori e Majorana) (2006) e Cantimori e il libro mai edito. Il movimento nazionalsocialista dal 1919 al 1933 (2008).