

Il direttore di un centro di ricerca di Mosca, una guardia armata nell’estremo nord siberiano e due cantanti di opera in una stazione di transito sono i protagonisti delle tre storie che presentiamo in questo volume, ambientate negli anni del terrore staliniano. Scritte da Georgij Demidov tra il 1964 e il 1978, sequestrate e poi rimaste a lungo negli archivi segreti del KGB e comunque ritenute “inadatte” al lettore russo, riproposte in Russia solo di recente, sono un tassello fondamentale per conoscere la letteratura russa del secolo appena trascorso. In esse troviamo alcuni temi da grande letteratura: l’amore e la pena per il distacco dalle persone amate; la crudeltà verso gli inermi; l’assurdità dei talenti sprecati; la follia; la pena di uomini e donne che una catapulta ha scagliato fuori dalla umana esistenza.
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Georgij Georgevic Demidov (1908 – 1987) giovanissimo collabora con Lev Landau al laboratorio di fisica nucleare di Char’kov. Nel 1938 viene arrestato e condannato a 8 anni di Kolyma. Qui trascorre 14 anni, ma solo nel 1958 ottiene la cosiddetta riabilitazione. Si trasferisce a Uchta, dove rimane fino alla fine dei suoi giorni. Nel frattempo ha cominciato a scrivere, ma nessuno si arrischia a pubblicare i suoi racconti. Demidov non vuole che escano all’estero, e si rifiuta di scrivere opere di regime. Nel 1991 la casa editrice francese “Hachette” pubblica alcuni racconti. La parte più consistente delle sue opere esce tra il 2008 e il 2010 (Oranževyj abažur 2009; Ljubov’ za kolju?ej provolokoj, 2010), presso la casa editrice “Vozvraš?enie” di Mosca.

Briciole di pane
Azriel Bibliowicz
The Florence Review - 2/2022
AA.VV.
Tutti i racconti
Gugliemo Forni Rosa
The Florence Review - 1/2022
AA.VV.
Quaranta Favole
Jean de La Fontaine
Ala spazzina
Renato Ranaldi
Aida e Umberto
Ivanna Rosi
Bestie fuori
Fabián Martínez Siccardi
Le cose più belle. Nuova edizione
Santa Caterina da Siena
Che cosa hai fatto?
José Castro Urioste
Gli egoisti
Federigo Tozzi